La Sirenetta, che rappresenta la protagonista della celebre fiaba di Hans Christian Andersen, è il simbolo della capitale danese. È una scultura bronzea situata alla fine della passeggiata sul porto.


Popolazione e città

La maggior parte dei danesi vive nelle città, in particolare Copenaghen; il processo di urbanizzazione è

in continua crescita, ma prevalgono i centri urbani di piccole dimensioni. Sulle isole si trovano villaggi di pescatori, mentre nella campagna, più diffusa nello Jutland, fattorie sparse e piccoli villaggi. La popolazione è in gran parte di origine scandinava, ma vi sono anche minoranze di tedeschi, nello Jutland meridionale, e di immigrati asiatici e mediorientali. La lingua ufficiale è il danese e nelle zone di confine con la Germania si parla anche il tedesco. La religione più diffusa è quella protestante.

Sulla costa orientale dell’Isola di Sjaelland si trova la capitale Copenaghen (559 440 ab., 1 230 728 ab. nell’agglomerato urbano), grande porto franco e principale centro industriale del Paese. La città appare come una mano aperta con cinque dita: il centro storico ne costituisce il palmo da cui si irradiano i quartieri nelle varie direzioni. A nord, tra laghi e zone boscose, si trovano i Comuni residenziali dove prevalgono le villette unifamiliari; dalle piccole città-satellite dei dintorni i lavoratori pendolari, grazie alla metropolitana leggera, raggiungono la capitale in circa mezz’ora.

Altre città importanti sono Århus (256 018 ab.), il maggiore centro e porto principale dello Jutland, e Odense (170 327 ab.), capoluogo dell’Isola di Fionia, città natale di Hans Christian Andersen, il celebre

scrittore di fiabe.


Densità di popolazione

L’eolico offshore

Le centrali eoliche offshore sono quelle realizzate in mare, lontano dalle coste, per sfruttare meglio i venti. Sulla superficie di mari e oceani, infatti, i venti non trovano ostacoli e soffiano più velocemente e con maggiore costanza. Le centrali eoliche offshore risolvono anche problemi di impatto ambientale, poiché le torri sono situate ad almeno 3 km dalla costa, e anche problemi legati al pericolo delle pale per gli uccelli. Alcuni ricercatori sostengono che la creazione di queste centrali potrebbe creare zone di ripopolamento e di biodiversità sui fondali, come accade nelle piattaforme petrolifere. Gli impianti offshore rappresentano quindi, secondo la maggior parte degli esperti del settore, il vero futuro dell’energia eolica, sia in termini ambientali sia di potenziale produttivo.

Danimarca e Regno Unito possiedono il maggior numero di centrali offshore, seguiti da Olanda e Svezia.