Religione
Anche le motivazioni religiose costituirono una componente importante della “Questione d’Oriente”. In tutta l’area balcanica, nonostante gli sforzi operati dai sultani ottomani, le popolazioni erano in larga parte rimaste fedeli al cristianesimo di rito ortodosso. Le spinte indipendentiste che attraversavano la penisola assumevano quindi anche la dimensione di conflitto religioso tra i governanti di fede musulmana e i popoli slavi di fede cristiana.
In questo contesto la Russia svolse un ruolo di primo piano, in quanto grande impero slavo e tradizionale difensore dei cristiani ortodossi. Tale ruolo aveva un’origine antica, risalente al crollo dell’Impero Romano d’Oriente (1453) quando la Russia, già meta delle missioni evangelizzatrici dei monaci bizantini, fornitrice dell’impero di importanti contingenti militari (la stessa guardia dell’imperatore bizantino era composta da soldati russi) ed entrata stabilmente nella sfera di influenza culturale di Bisanzio, si proclamò discendente dell’impero scomparso, assumendone anche la missione religiosa ed erigendosi a punto di riferimento per tutti i cristiani ortodossi, in buona parte concentrati nella penisola balcanica.